sabato 18 maggio 2013

SOSPENSIONE DEL PAGAMENTO IMU A GIUGNO

ECCO CHI NON DEVE PAGARE

Il decreto del governo approvato venerdì definisce una serie di casi nei quali il pagamento dell'Imu viene sospeso per la prima rata prevista il 17 giugno. Si tratta non di una abolizione definitiva ma, appunto, di una sospensione, in attesa di una ridefinizione della tassazione sulla casa che dovrà essere fatta entro agosto. Se il governo non riuscirà a mantenere l'impegno, la prima rata ora sospesa potrebbe essere chiesta in settembre (entro il 16) ai contribuenti. La sospensione non riguarda tutte le categorie e e tutti i casi di pagamento Imu. Ecco una guida per capire chi deve comunque pagare entro il 17 giugno e chi invece rientra nei casi della sospensione

Abitazione principale,
risparmio medio di 125 euro

Riforma complessiva entro agosto. Oppure la scadenza rinviata scatterà il 16 settembre

Per ora una boccata d’aria, per domani la speranza di un risparmio fiscale. Per i moltissimi italiani che possiedono solo la casa di abitazione, il decreto di ieri potrebbe valere doppio. A giugno eviteranno una spesa che in media, per l’acconto 2012, è stata di 125 euro. A settembre, poi, molti di loro potrebbero trovarsi nelle condizioni di non dover proprio più pagare. Il rinvio della rata sulla prima casa è la premessa per una riforma radicale dell’Imu, con un suo alleggerimento almeno sui redditi più bassi. Esentare dal pagamento chi ha versato fino a 400 euro nel 2012, ad esempio, svincolerebbe dall’Imu l’85% dei contribuenti, ed il costo dell’operazione sarebbe di circa 2 miliardi. Da chi ha versato oltre 400 euro, infatti, viene il 46% del gettito complessivo sulla prima casa. L’entità dello sgravio dipenderà dalle risorse disponibili, e la sua articolazione è tutta da studiare: potrebbe avvenire con l’aumento delle detrazioni, con una soglia di esenzione sul reddito, con un diverso coefficiente di rivalutazione delle rendite, con esenzioni mirate. Ma per capire quale sarà l’effetto finale della riforma bisognerà tener conto dell’incorporazione nella nuova Imu della nuova tariffa sui rifiuti destinata di per sé ad appesantire i conti degli italiani di un miliardo di euro a partire dal 2014.

Seconda casa, imposizione confermata

La scadenza del 17 giugno. E si va verso l'aumento

I proprietari di più abitazioni o fabbricati diversi, come i negozi, sono probabilmente quelli che dovranno temere di più la riforma dell’Imu. Date le ristrettezze del bilancio è possibile che una parte degli sgravi sulle prime case vengano compensati da un maggior prelievo sulle abitazioni diverse da quella principale, o sugli altri fabbricati a uso ufficio o commerciale (basta alzare l’aliquota di base, oggi allo 0,76%, anche se quasi ovunque si paga l’1,06%) . La casa acquistata per investimento rischia dunque di costare ai proprietari qualcosa in più rispetto al 2012, che per loro ha comunque rappresentato un bel salasso. Le sole seconde case hanno portato nel 2012 un incasso complessivo di 7,9 miliardi di euro, esattamente un terzo del gettito complessivo garantito dall’Imu, con un versamento medio di 818 euro a testa. Con la riforma il conto del 2013 potrebbe appesantirsi. Senza tener conto che la revisione della fiscalità sugli immobili potrebbe abbracciare anche la cedolare sugli affitti. Un’aliquota secca del 21% per la quale era possibile optare al posto della tassazione ad aliquota Irpef marginale, che non ha dato i risultati attesi. Il nero non è emerso e il gettito 1,1 miliardi nel 2012, è stato meno della metà di quello atteso quando venne varata la norma (2,5 miliardi)

Sospensione anche per campi e fabbricati rurali

Anche per gli agricoltori ed i semplici proprietari terrieri il decreto del governo offre una pausa di respiro. Salta anche per loro, infatti, il pagamento della rata di giugno dell’imposta dovuta per i terreni agricoli ed i fabbricati rurali, che hanno prodotto nel loro complesso una quota abbastanza marginale dell’Imu 2012. Per l’esattezza 692 milioni di euro: 628 per i terreni destinati alle coltivazioni e agli allevamenti, ed appena 64 milioni per i fabbricati rurali. Anche per loro, e stiamo parlando di circa 3 milioni di contribuenti, quelli che hanno pagato l’anno scorso, la sospensione dei pagamenti di giugno è la premessa per una revisione al ribasso dell’imposta, che già si è rivelata nella sua applicazione concreta molto meno dura di quanto temuto. Il versamento medio sui terreni agricoli (si paga solo su quelli in pianura e non collinari o di montagna) è stato di 209 euro a testa, ma per gli agricoltori professionali l’incidenza è stata più bassa che per i semplici proprietari, grazie a un coefficiente di rivalutazione della rendita catastale meno penalizzante. L’Imu sui fabbricati rurali strumentali o adibiti ad abitazione è stata versata da 300 mila contribuenti, con un importo medio di 217 euro a testa.

Capannoni, l’ipotesi di sgravio per il 2012

In futuro la tassa potrebbe essere scalata dall'Ires

Delusa l’attesa per la sospensione della prima rata, le imprese possono sperare in uno sgravio dell’imposta pagata nel 2012 sui capannoni e gli immobili strumentali. La riforma che il governo si è impegnato a portare a termine entro la fine di agosto punterà infatti alla «deducibilità dell’imposta municipale propria ai fini della determinazione del reddito d’impresa». Vuol dire che l’Imu versata, anche se non saranno ridotte le aliquote, potrà essere scalata dall’Ires. Riducendo indirettamente il carico fiscale gravante sulle imprese e le attività professionali, dalle quali arrivano 7 miliardi di euro l’anno a titolo di Imu, più di un terzo degli incassi complessivi dell’imposta.
Per limitare il costo dell’operazione la futura deducibilità dell’Imu potrebbe essere limitata a determinate categorie di imprese, in particolare quelle piccole e medie. La gran parte del gettito Imu garantito dalle imprese è assicurato da quelle di maggiori dimensioni. Gli immobili destinati ad uso produttivo sono un milione e 178 mila e contribuiscono per il 14% agli incassi complessivi dell’imposta. Negozi e botteghe soggetti all’imposta sono oltre un milione e mezzo, e versano il 6,5% dell’imposta, mentre gli uffici privati sono poco più di un milione (e incidono per il 4,6% sul gettito).

Fonte;Corriere.it

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