FACEBOOK E LA TRAPPOLA DEL PORNO
Funziona così: una 'bella ragazza' ti chiede l'amicizia, poi ti
corteggia, poi ti fa dire o fare qualche porcata on line. A quel punto
ti chiede soldi per non diffonderle. Ci sono cascati in tanti, pare
La richiesta di amicizia si illumina con una piccola luce rossa sul
lato sinistro dello schermo. A bussare virtualmente alla porta è
Natasha, una ragazza dai lunghi capelli biondi e dalle labbra color
vermiglio, che sorride ammiccando da una piccola fotografia. Il suo
inglese è stentato, il suo italiano illeggibile, ma sa farsi capire
bene: ci mette poco a convincere il nuovo amico ad entrare in una
chat line e ad accendere la webcam. Altrettanto velocemente avviene
la seduzione: dalle frasi ammiccante si passa a un corteggiamento
sempre più hard. Che in realtà è lo strumento preferito della nuova
industria del ricatto: non più il raggiro di spregiudicati
navigatori solitari, ma un racket sistematico con centrali
all'estero che cercano di fare incetta di vittime in modo quasi
industriale.
Dall'altra parte dello schermo non c'è Natasha ma Amir, un uomo
appartenente a un'organizzazione internazionale specializzata in
estorsioni. Che nel frattempo, sotto mentite spoglie, è riuscito a
convincere la sua preda dall'altra parte dello schermo a mostrarsi
nuda in atteggiamenti che lasciano poco spazio all'immaginazione.
Così è entrato in possesso di due elementi preziosissimi: un video
pornografico e soprattutto l'elenco dei contatti Facebook della sua
vittima, ai quali il materiale scottante potrà essere inviato.
Moglie, amici, parenti, colleghi di lavoro: quanto basta per
distruggere la reputazione. O pagare il silenzio: il prezzo è mille
euro.
E' una storia che si ripete quasi ogni giorno nelle città italiane.
Dove i tentativi di estorsione attraverso Facebook negli ultimi
anni hanno subito un'impennata. Proprio perché dietro questo
fenomeno oggi si trovano soprattutto gang ben strutturate che fanno
irruzione nei social network. C'è una banda, in particolare, alla
quale sta dando la caccia la polizia postale italiana in
collaborazione con i colleghi stranieri. Dall'Africa fa partire
ricatti che si allungano come il filo di una ragnatela su tutta
l'Europa, gli Stati Uniti e anche il Giappone. I criminali del Web
si spostano velocemente: mascherano gli indirizzi delle connessioni
Internet per depistare e si mimetizzano cambiando continuamente
paese. Un rebus per gli investigatori. Che hanno una sola certezza:
il modus operandi è esattamente lo stesso. E si ripete fedele come
un rituale da San Pietroburgo fino a Milano passando per Tokyo.
Per arrestare i responsabili, però, bisogna prima convincere le
vittime a vincere la vergogna. Per capire basta dare un'occhiata ai
numeri: in un anno le denunce alla polizia postale italiana sono
state solo 46; 36 tentate e 10 portate a segno. Un centinaio, se si
sommano a quelle prese in carico dagli altri reparti. Troppo poche
per non far pensare che il più delle volte le vittime pagano e poi
tacciono. Facendo il gioco di organizzazioni criminali che con
queste somme di denaro si autofinanziano e poi investono in altre
ramificazioni del crimine informatico come il phishing (le truffe
bancarie via web), le clonazioni di carte di credito e persino la
pedopornografia.
Le trappole hanno quasi sempre le sembianze di ragazze bellissime.
Nessuna di loro, però, esiste realmente: sono falsi profili creati
come bambole di cartapesta nei social network più popolari, da
Facebook a Meetup passando per Badoo. In vetrina ci sono anche
molti uomini, specchietti per allodole destinati a donne o gay.
Sono migliaia, ogni giorno, le richieste di amicizia inviate dai
ricattatori ad utenti sparsi nel mondo, così da avere a
disposizione un enorme bacino di potenziali vittime. Nel frattempo
penetrano nelle "vite degli altri": la schermata dove appaiono i
nomi degli amici viene direttamente copiata. L'uomo o la donna
adescati vengono dunque invitati a spostarsi in una chat line, ad
accendere la telecamera e a spogliarsi. A volte i ricattatori si
accontentano di poche foto. Più spesso viene registrato un intero
filmato pornografico. La vittima non riesce neppure a vedere chi
c'è realmente dall'altra parte dello schermo, che rimane oscurato.
Fonte; L'Espresso.it
https://twitter.com/calciogemini
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